precipitato

il tempo precipita
raggruma i suoi cristalli
e li deposita nel fondo
delle nostre memorie

il tempo dipana i suoi filati
in cui incastoniamo perle di momenti
di vari cromatismi
legali stretti, e non dispenderli

rimanga un capo della corda
da poter tirare a sè
quando il turbine del tempo
tenderà a trascinarti via

e si possa riprendere le fila
dei variopinti attimi
che han nutrito
il nostro spirito vitale

qui ed ora, come là e allora
ripetere riprendere rinsaldare
rinascere rivivere risentire
riaffermare rimettere rifocillare

Incespicando

Incespico, come anche il mondo incespica
volentieri vorrei una liscia strada davanti
e diritta
ma buche e sassi trovo ad ogni passo
e viottoli laterali che allungano la strada,
e forse la disperdono.
E bivii a non finire da decidere
che recidono con ferite che restano.

Siamo decidui e tanto fortemente
resistiamo
mentre incespichiamo.

Ed è Amore che ci tiene insieme,
ed è il Quore che dirige i passi
in questo cammino
che si misura solo alla sua fine.

Poesiartando

niente accade
che non ci sia volontà
conscia o inconscia che sia
singola o collettivarchetipa

un tempo non conoscevo
ma scrivevo parole di Vate
e poi a rileggerle, Numinose.

Oggi non scrivo forse tanto
ma illustro le mie idee
consce ed inconscie
spesso tirandole fuori
dal guscio della luce
con pennelli e colori.

Riluce l’ oro
ideale parvenza di divino

Così certi scatti,
li ho presi perchè mi parlavano,
non io a loro, ma loro a me dicevano
così le parole sgorgavano libere
da quello che chiamai Quore non a torto

Quore e non Mente,
Anima mia che ho piena
e non Animus
(che trovo in altro da me)

io ho coltivato e mi sono nutrito del mio inconscio,
dunque oggi io sono

La lettera di Wilde

"A lord Alfred Douglas,
lunedì sera [29 aprile 1895], Carcere di S.M., Holloway

Mio carissimo ragazzo,
questo è per assicurarti del mio amore immortale,
eterno per te. Domani sarà tutto finito.
Se la prigione e il disonore saranno il mio destino,
pensa che il mio amore per te e questa idea,
questa convinzione
ancora più divina,
che tu a tua volta mi ami,
mi sosterranno nella mia infelicità
e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio dolore
con ogni pazienza.

Poiché la speranza, anzi, la certezza,
di incontrarti di nuovo in un altro mondo
è la meta e l’ incoraggiamento della mia vita attuale,
ah! debbo continuare a vivere in
questo mondo,
per questa ragione.
Il caro *** mi è venuto a trovare oggi.
Gli ho dato parecchi messaggi per te.
Mi ha detto una cosa che mi ha rassicurato:
che a mia madre non mancherà mia niente.
Ho sempre provveduto io al suo mantenimento,
e il pensiero che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva infelice.
Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore degno di
un Cristo), quanto a te, ti prego,
non appena avrai fatto tutto quello che puoi fare,
parti per l’ Italia e riconquista la tua calma,
e componi quelle belle poesie che sai fare tu,
con quella grazia così strana.

Non esporti all’ Inghilterra per nessuna ragione al mondo.
Se un giorno, a Corfù o in qualche isola incantata,
ci fosse una casetta dove potessimo vivere insieme,
oh! la vita sarebbe più dolce di quanto sia stata mai.
Il tuo amore ha ali larghe ed è forte,
il tuo amore mi giunge attraverso le sbarre della mia prigione
e mi conforta, il tuo amore è la luce di tutte le mie ore.

Se il fato ci sarà avverso,
coloro che non sanno cos’è l’amore scriveranno, lo so,
che ho avuto una
cattiva influenza sulla tua vita.
Se ciò avverrà, tu scriverai, tu dirai a tua volta che non è vero.
Il nostro amore è sempre stato bello e nobile,
e se io sono stato il bersaglio di una terribile tragedia,
è perchè la natura di quell’ amore non è stata compresa.

Nella tua lettera di stamattina tu dici una cosa che mi dà coraggio.
Debbo ricordarla.
Scrivi che è mio dovere verso di te e verso me stesso
vivere, malgrado tutto.
Credo sia vero. Ci proverò e lo farò.
Voglio che tu tenga informato Mr Humphreys dei tuoi spostamenti
così che quando viene mi possa dire cosa fai.
Credo che gli avvocati possano vedere i detenuti con una certa frequenza.
Così potrò comunicare con te.
Sono così felice che tu sia partito! So cosa deve esserti costato.
Per me sarebbe stato un tormento pensarti in Inghilterra
mentre il tuo nome veniva fatto in tribunale.
Spero tu abbia copie di tutti i miei libri. I miei sono stati tutti venduti.

Tendo le mani verso di te.
Oh! possa io vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani.
Credo che il tuo amore veglierà sulla mia vita.
Se dovessi morire, voglio che tu viva una vita dolce e pacifica
in qualche luogo fra fiori, quadri, libri, e moltissimo lavoro.
Cerca di farmi avere tue notizie.
Ti scrivo questa lettera in mezzo a grandi sofferenze ;
la lunga giornata in tribunale mi ha spossato.
Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti i giovani, amatissimo e più amabile.
Oh! aspettami! aspettami!

Io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo conosciuti,
devotamente il tuo, con un amore immortale
Oscar".

re-vi-wind

talvolta accade di credere
di non aver vissuto

ma poi scopri di aver vissuto
tutto quello che c’era da vivere

e poi scopri di fronte a te
quel che da sempre cercavi
e non riuscivi proprio a vedere

così ti trovi accanto a te
che quel che mancava
era proprio lì accanto

e pensi che potevi anche perdere tutto
e non capire niente di quello che era lì

che stranamente è ancora lì
ed è restato e resta al tuo fianco
ed era ciò che vuoi
eternamente

sto venendo al mondo

da una vita

ricucire uno strappo
sembra arduo talvolta.

ricucire una ferita
è talvolta impossibile.

Ma vivere senza ferire
e senza morire
è impossibile.
è non vivere.

morire sembra un istante
ma in quel momento
si gioca tutta la vita,
vivere dura tutta una vita
ma si comprende in quel solo istante.

Transfert

Transfert

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il transfert (o traslazione) è un meccanismo per il quale ogni individuo tende a spostare schemi di sentimenti e pensieri relativi a una relazione significante su una persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale. Il processo è largamente inconscio, il soggetto non comprende completamente da dove originino tali emozioni, sentimenti e pensieri. Il transfert è fortemente connesso alle relazioni oggettuali della nostra infanzia e le ricalca.

Indice

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Il transfert nella relazione psicoanalitica [modifica]

Il transfert è presente in ogni tipo di relazione interpersonale, ma cornice di un trattamento analitico è la sede elitaria per il dispiegarsi del suddetto. In psicoanalisi, benché ogni scuola o orientamento della medesima abbia un suo punto di vista più o meno simile nella teoria e nella conseguente pratica della gestione del transfert, si può dire in generale che tale meccanismo naturale viene utilizzato, o comunque dovrebbe essere utilizzato, da colui che è posto nella relazione nel ruolo dell’analista, a fini terapeutici ovvero per portare avanti e infine a compimento il processo psicoanalitico.

Il transfert è praticamente una normale proiezione che può essere positiva (transfert positivo), con connotazioni di stima, affetto, amore per il partner della relazione, oppure avere una valenza negativa (transfert negativo) quando le emozioni che vengono messe in gioco dal transfert sono per lo più di competitività, invidia, gelosia, aggressività.

Nell’ambito del colloquio clinico, nella relazione tra analizzato e analista per lo più nel linguaggio che descrive questo tipo di relazione, viene comunemente usato il termine di transfert al posto di quello di proiezione.

La relazione tra analista e analizzato è infatti paragonabile a una qualsiasi storia d’amore, dove forze di attrazione e anche forze di repulsione hanno modo di dispiegarsi. Sta alla capacità dell’analista e alla buona volontà dell’analizzato saperle gestire nel migliore dei modi.

In questo gioco di forze emotive affettive anche l’analista è pienamente coinvolto, si parla infatti nel gergo proprio di questa nuova disciplina, di controtransfert per intendere la reazione immediata emotiva e affettiva al trasfert del paziente da parte di chi dovrebbe sostenere la funzione analitica ed è qui che l’analista che sa il suo mestiere può mettere in atto le sue capacità che consistono fondamentalmente nel riuscire a prendere distanza dal suo stesso immediato sentire il transfert del paziente.

Questa capacità non è richiesta al paziente proprio per il suo essere nel ruolo di paziente, ma la sua emancipazione da questo ruolo avviene proprio nella misura in cui anch’egli apprende dall’esempio e quindi dalla conoscenza dell’analista a prendere distanza da questo suo immediato sentire che produce il transfert.

L’azione dell’analista in questo modo oltre a testimoniare la potenza del metodo analitico e della funzione analitica conduce a dissoluzione la dipendenza del paziente dall’analista come figura autoritaria sia pure solo conoscitiva che era stata indotta da un transfert non risolto o non del tutto risolto nella vita quotidiana dove come si sa la dipendenza per lo più viene valutata modalità normale del relazionarsi umano in quanto appunto fa norma.

Il fenomeno del transfert e la "scienza" alchemica [modifica]

Il dottor Carl Gustav Jung psichiatra e pioniere della psicoanalisi ha trovato come quanto l’alchimia ha descritto del processo di trasformazione dei metalli costituisca inconsciamente anche una lucida e preveggente illustrazione di quanto accade realmente nella pratica del trattamento del trasfert ad opera dello psicoanalista rivolto anch’egli ad un’opera di trasformazione sia pura di natura esclusivamente psichica e non metallurgica.
Il dottor Jung diede alle stampe nel 1946 "Psicologia del transfert" che contiene le sue riflessioni su questo parallelismo incontrovertibile esaminando e commentando minuziosamente con questo criterio, quadro per quadro, le illustrazioni del "Rosarium Philosophorum" antichissima opera alchemica.

Bibliografia [modifica]

Voci correlate [modifica]